lunedì 27 agosto 2012

Brainstorming

Non so perché l'arrivo di settembre dia questa impressione.
Sì, certo si riprende a lavorare dopo delle vere ferie, i bambini ricominciano ad andare a scuola, ecc. ecc.
Insomma è l'inizio dell'anno in cui si riprendono attività di vario tipo (per chi fa la stagione estiva, in base alla mia minuscola esperienza, significa invece fare l'ultimo pesantissimo sforzo prima delle ferie).
Per farla breve, è il mese delle svolte.

La mia testa si prepara già a tutti i progetti del prossimo anno:
esami vari (due o tre si spera, ho imparato a puntare in alto così se anche non raggiungo la cima son comunque contenta di esser arrivata a metà strada);
progetto Ulisse;
palestra (vabbè...);
aggiornamenti tecnici di software...

Adesso sembra tutto molto lontano e tante cose che si pensano ora poi non si realizzano, bisogna considerare sempre gli imprevisti, si hanno mille paure che non fanno concludere mai niente.

Rimarrà solo sterile brainstorming? Vortice di idee inutilizzate?

Vedremo...

Intanto si pianifica (e un pochino si sogna) il lontano e leggermente offuscato orizzonte...







martedì 17 luglio 2012

WE HAVE TO GO BACK!



Uno dei motivi per cui sono tornata sull'Isola.

martedì 19 giugno 2012

Coming soon...







Ecco quando il tempo rallenta...

Presto, che è tardi!!!

Mi sveglio sempre un po' in ritardo.

Buco al naso a 22 anni (roba da 18 anni, secondo me)
Erasmus insieme ai 20enni (io 24)
Specialistica iniziata l'anno scorso
Libera professionista da soli 3 anni (un po' costretta a dir la verità)
Minigonna adesso (perso tanti anni per mostrare le gambe!)

Sempre in ritardo. Io, che metto sempre l'orologio 5 minuti avanti (solo che non ricordo mai quale dei miei orologi ho messo avanti!)

Quindi anche per progettoni come USA e Australia sono in ritardo, o meglio arranco.
Ma poi, si realizzeranno mai?

Chissà. 
Fatto sta che il tempo scorre, inesorabilmente, senza soste.
Rallenta sì, ma nella nostra testa. 

Peccato che la DeLorean sia solo un'invenzione!

lunedì 6 febbraio 2012

Studentaggio a go-go

Sono sempre stata la studentessa-fuori-sede.
Insieme ai colleghi isolani di Sicilia ci si spostava in massa (esclusivamente durante le feste e la pausa estiva) dei giorni prima per poter stare a casa qualche giorno in più.
Loro prendevano il treno fin giù attraversando l'"infinita" Calabria e noi ci spostavamo come "bestiame" su trabicoli che attraversavano il tirreno in 7 ore.
Si partiva dunque la mattina intorno alle 14 mi pare (ho ricordi vaghi), 3 ore e mezza di pullman e si arrivava a Roma, da lì a Civitavecchia (con calma) per poi attendere il trabicolo in partenza alle 23.
Dico "bestiame" perché carichi come muli si saliva la ripida scaletta dei trabicoli e poi ci si stipava nelle sale comuni o sul ponte beccandosi vento a non finire.
Ora posso solo dire:
GOD SAVE RYANAIR E CONTINUITA' TERRITORIALE!

Ora invece sono studentessa in sede.
E devo ammettere che mi piace (essere in sede sia chiaro, non essere studentessa anche se, da lavoratrice, pagare 0,69 EURO come seconda rata di tasse potrebbe rendere la cosa più interessante).
Bello è vedere "tutto da fuori" ovvero la testa non è concentrata unicamente, o quasi, sull'università e l'ansia acchiappa solo perché sono gli altri a contagiarla: "Cosa ti ha chiesto? Com'era l'assistente?"
L'ultima volta mi sono trattenuta a chiacchierare e anch'io per circa mezzora sono rientrata in quel mondo di "che stronza! ma che domande fa? Lo ha solo accennato!"

Ma soprattutto non si deve fare un'accurata selezione di scarpe, borse e vestiti (mi piacciono molto le borse ma non ne sono sepolta eh! Però ai tempi dello "studentaggio" fuori-sede al massimo ne portavo due!!! -.-). Se si deve andare in segreteria si va a piedi e non si prende il treno alle 7 per essere lì alle 9 circa (eh sì, le tanto "simpatiche" sedi distaccate! eheheh).
E poi l'altro giorno ho finalmente ricevuto il tesserino!!!
WOW!!!!
CHE EMOSSIONE!

sabato 29 ottobre 2011

Neutron Star Collision?

E finalmente ci siamo.



A novembre on theaters la prima parte dell'ultimo libro della sagra, uups volevo scrivere SAGA di Twilight "Breaking Dawn".
No, non sono una fan. Ormai tre anni fa avevo però iniziato a leggere i libri finché arrivata alla fine della prima parte dell'ultimo (per l'appunto Breaking Dawn o meglio Breaking Yawn oppure Yawning Dawn... sono intercambiabili) mi sono bloccata.
Ammetto di essere arrivata a quel punto solo per curiosità: volevo sapere come sarebbe andata a finire.
Poi sono accaduti eventi che neanche la più fervida fantasia avrebbe potuto partorire. Tutto questo in un preciso contesto: i vampiri.
Se da una parte la scrittrice ha inserito elementi originali sul perché i vampiri non possono esporsi al sole, dall'altra credo sia andata troppo fantasiosamente oltre (non aggiungo altro per non rovinarvi la sorpresa).
Non voglio criticare un romanzo e i relativi film di successo. Solo che da fan del genere vampiresco mi aspetto determinate cose: un genere horror. L'originalità va bene ma fino a un certo punto.
E poi un'altra cosa.
Premetto che sono una super romanticona, che quando vengono trasmessi in TV non mi perdo mai Pretty Woman, Dirty Dancing, Una settimana per innamorarsi, Orgoglio e pregiudizio, ecc. MA neanche in queste commedie romantiche c'è una melensità così forte, con i vampiri non la reggo proprio.
I vampiri sono tenebrosi sì, ma anche pericolosi e umani quanto basta (vedi Dracula di Bram Stoker) e anche ambigui (vedi Intervista col vampiro).
Insomma avevo iniziato questi libri dubbiosa ma anche aperta e interessata e ho finito per non sopportarli: l'amore tra Bella e Edward è veramente insopportabile, soffocante, appiccicoso.

Forse l'autrice voleva mettere in risalto quanto l'amore sia forte quando c'è e doloroso quando manca... bello! Ma con i vampiri non riesco proprio ad accostare questa concezione di amore.

I Muse saranno stati inspirati da questo profondo significato per la colonna sonora "Neutron star collision"? Che è peraltro splendida!!!

mercoledì 26 ottobre 2011

Riflessioni

Che weekend!
Che settimana quella scorsa!

La morte di Gheddafi, la morte di Simoncelli, il terremoto in Turchia e ora le alluvioni (non solo in Italia ma addirittura a Dublino!).

Posso solo lontanamente immaginare e sentire il grande dolore che provano i genitori, la fidanzata e gli amici di Simoncelli, un figlio, un fidanzato, un amico.

E il terremoto in Turchia dove stamattina ho saputo dal TG che una mamma con il suo neonato e la nonna sono stati estratti VIVI dalle macerie? VIVI. Dopo 48 ore. Un bambino addirittura dopo 55 ore. Un miracolo davvero.
Gheddafi poi. A marzo di quest'anno la primavera libica si è scatenata contro il regime di Gheddafi dopo 40 anni.40 anni.
E i principali stati europei insieme agli Stati Uniti sono andati a dare una mano ai cosiddetti "ribelli" (si può chiamare ribelle una popolazione che chiede cibo, giustizia sociale e lavoro?) per motivi umanitari, dicono loro.
Sì perché tanto, inutile girarci intorno, l'hanno fatto solo per il petrolio.
L'oro nero.
E noi italiani, non solo noi però, solo un anno fa lo accoglievamo con tende e parata militare, per non parlare della buffonata del Reiss che a una schiera di donne (tutte giovani e belle!) spiega il Corano.

Evito poi di commentare il baciamano.
PUAH!
Le immagini della sua uccisione le abbiamo viste tutti. Le mie impressioni sono state di orrore (perché avrei voluto vederlo in carcere a vita) e di gioia (perché finalmente i libici si sono liberati del loro tiranno nell'unico modo possibile visto che non ne voleva sentire di abbandonare il potere). E insieme a queste impressioni mi viene in mente una riflessione: quanto era esasperata la popolazione libica per arrivare a questo. Quanta rabbia e dolore sono stati accumulati in questi 40 anni? Impossibile da quantificare.

E quanto era drogato di potere Gheddafi? Ridicolmente vestito, come una volta aveva detto la Littizzetto, con un sacco di patate e gli occhiali scuri. I soldi non gli mancavano (e non gli mancano tuttora) e con tutti gli investimenti in mezza europa (mica scemo) poteva tranquillamente continuare a godersi la vita abbandonando il proprio paese.

Allora forse è meglio sia finita così.