sabato 29 ottobre 2011

Neutron Star Collision?

E finalmente ci siamo.



A novembre on theaters la prima parte dell'ultimo libro della sagra, uups volevo scrivere SAGA di Twilight "Breaking Dawn".
No, non sono una fan. Ormai tre anni fa avevo però iniziato a leggere i libri finché arrivata alla fine della prima parte dell'ultimo (per l'appunto Breaking Dawn o meglio Breaking Yawn oppure Yawning Dawn... sono intercambiabili) mi sono bloccata.
Ammetto di essere arrivata a quel punto solo per curiosità: volevo sapere come sarebbe andata a finire.
Poi sono accaduti eventi che neanche la più fervida fantasia avrebbe potuto partorire. Tutto questo in un preciso contesto: i vampiri.
Se da una parte la scrittrice ha inserito elementi originali sul perché i vampiri non possono esporsi al sole, dall'altra credo sia andata troppo fantasiosamente oltre (non aggiungo altro per non rovinarvi la sorpresa).
Non voglio criticare un romanzo e i relativi film di successo. Solo che da fan del genere vampiresco mi aspetto determinate cose: un genere horror. L'originalità va bene ma fino a un certo punto.
E poi un'altra cosa.
Premetto che sono una super romanticona, che quando vengono trasmessi in TV non mi perdo mai Pretty Woman, Dirty Dancing, Una settimana per innamorarsi, Orgoglio e pregiudizio, ecc. MA neanche in queste commedie romantiche c'è una melensità così forte, con i vampiri non la reggo proprio.
I vampiri sono tenebrosi sì, ma anche pericolosi e umani quanto basta (vedi Dracula di Bram Stoker) e anche ambigui (vedi Intervista col vampiro).
Insomma avevo iniziato questi libri dubbiosa ma anche aperta e interessata e ho finito per non sopportarli: l'amore tra Bella e Edward è veramente insopportabile, soffocante, appiccicoso.

Forse l'autrice voleva mettere in risalto quanto l'amore sia forte quando c'è e doloroso quando manca... bello! Ma con i vampiri non riesco proprio ad accostare questa concezione di amore.

I Muse saranno stati inspirati da questo profondo significato per la colonna sonora "Neutron star collision"? Che è peraltro splendida!!!

mercoledì 26 ottobre 2011

Riflessioni

Che weekend!
Che settimana quella scorsa!

La morte di Gheddafi, la morte di Simoncelli, il terremoto in Turchia e ora le alluvioni (non solo in Italia ma addirittura a Dublino!).

Posso solo lontanamente immaginare e sentire il grande dolore che provano i genitori, la fidanzata e gli amici di Simoncelli, un figlio, un fidanzato, un amico.

E il terremoto in Turchia dove stamattina ho saputo dal TG che una mamma con il suo neonato e la nonna sono stati estratti VIVI dalle macerie? VIVI. Dopo 48 ore. Un bambino addirittura dopo 55 ore. Un miracolo davvero.
Gheddafi poi. A marzo di quest'anno la primavera libica si è scatenata contro il regime di Gheddafi dopo 40 anni.40 anni.
E i principali stati europei insieme agli Stati Uniti sono andati a dare una mano ai cosiddetti "ribelli" (si può chiamare ribelle una popolazione che chiede cibo, giustizia sociale e lavoro?) per motivi umanitari, dicono loro.
Sì perché tanto, inutile girarci intorno, l'hanno fatto solo per il petrolio.
L'oro nero.
E noi italiani, non solo noi però, solo un anno fa lo accoglievamo con tende e parata militare, per non parlare della buffonata del Reiss che a una schiera di donne (tutte giovani e belle!) spiega il Corano.

Evito poi di commentare il baciamano.
PUAH!
Le immagini della sua uccisione le abbiamo viste tutti. Le mie impressioni sono state di orrore (perché avrei voluto vederlo in carcere a vita) e di gioia (perché finalmente i libici si sono liberati del loro tiranno nell'unico modo possibile visto che non ne voleva sentire di abbandonare il potere). E insieme a queste impressioni mi viene in mente una riflessione: quanto era esasperata la popolazione libica per arrivare a questo. Quanta rabbia e dolore sono stati accumulati in questi 40 anni? Impossibile da quantificare.

E quanto era drogato di potere Gheddafi? Ridicolmente vestito, come una volta aveva detto la Littizzetto, con un sacco di patate e gli occhiali scuri. I soldi non gli mancavano (e non gli mancano tuttora) e con tutti gli investimenti in mezza europa (mica scemo) poteva tranquillamente continuare a godersi la vita abbandonando il proprio paese.

Allora forse è meglio sia finita così.

giovedì 6 ottobre 2011

Stay hungry, stay foolish!

Il mio rapporto con Apple è iniziato presto: grazie a ex-amici invasati e geek di professione, convinti che i miei genitori per la mia sister e per me a 16 anni avrebbero fatto bene a prendere un Mac (il famoso G3 colorato) a casa Ishii è arrivata la tecnologia più avanzata.



Non c'è stata cosa più sbagliata e giusta allo stesso tempo.

Sbagliata perché lui, il Macchino blu, è ancora lì, vivo e vegeto (ehm, con la posta elettronica intasatissima però) quasi nuovo di zecca perché non è stato usato per bene e fino in fondo, e a quei tempi (dal 1996 al 2005) noi ragazze liceali- universitarie non facevamo uso così smodato e totale del pc. Inoltre quando a scuola mi hanno messo davanti un pc Windows, non avevo idea di come accenderlo e spegnerlo e continuavo a guardare nel quadrante superiore sinistro in cerca della mela e del suo menu...

Giusta perché non abbiamo intasato il Macchino di virus incapaci come eravamo di navigare su internet e, anche se assistite dai geek, la manutenzione del pc Windows è sicuramente più complicata di quella di un Mac. Per non parlare di installazione e disinstallazione programmi: completamente diversi. Giusta perchè ho imparato a usare entrambi. Quando poi per motivi vari ho comprato il mio primo Pc Windows ho abbandonato e quasi dimenticato il Mac... ma nel 2010 una volta tornata a lui non c'è voluto molto a ricordare come funzionavano le cose (anche se per un buon numero di minuti ho pensato a quale antivirus si poteva installare su un Mac... ovviamente nessuno).

I geek spesso mi dicevano che Windows aveva copiato il sistema delle finestre e altre cose da Machintosh. Tempo dopo ho pensato che fosse esagerato e da geek pensarla così. E non mi sono mai informata a proposito.
Mi basta sentirne la stabilità per capire la differenza.

Think Different.